Romanziere, saggista, poeta e drammaturgo, Luigi Santucci (Milano, 1918-1999) è considerato dalla critica uno dei maggiori autori della seconda metà del Novecento italiano. Si laureò in Lettere moderne presso l’Università Cattolica di Milano, con una tesi sulla letteratura infantile, pubblicata l’anno successivo e salutata con favore da Benedetto Croce. Partecipò alla Resistenza nella Val Cannobina e, rientrato a Milano, collaborò attivamente al periodico clandestino «L’Uomo». Tra le sue opere più conosciute, ricordiamo i romanzi
In Australia con mio nonno (1947), Il velocifero (1963), Orfeo in paradiso che, considerato il più autobiografico dei suoi libri, vinse il Premio Campiello nel 1967, Non sparate sui narcisi (1971), Come se (1973), Il mandragolo (1979); le raccolte di racconti Lo zio prete (1951) e Il bambino della strega (1981); Volete andarvene anche voi? Una vita di Cristo (1969), fino all’ultimo romanzo, dall’emblematico titolo Éschaton (1999). Postumi hanno visto la luce l’antologia Autoritratto (2004), il volume di inediti I nidi delle cicogne (2011) e la raccolta di interviste Confidenze a una figlia curiosa (2007) a cura di Emma Santucci.
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